
Cercherò di riassumere ma non so se alla fine accorcerò la cosa o se invece finirò per allungarla. Allora, c'è un editore in Italia, che sia poco conosciuto non è il punto, che pubblichi esclusivamente ebooks meno che mai, che pare dedito a singolari prassi lavorative. Pare infatti, a quanto leggo in rete, che tale "editore", le virgolette cominciano ad essere necessarie, chieda ai traduttori che vogliono lavorare per lui un obolo di 160 euro. A quanto capisco a titolo di rimborso per i costi di verifica delle capacità del traduttore, cioè come andare da un avvocato e chiedergli 160 euro per discutere con lui il vostro caso e quindi valutare la sua preparazione prima di affidarglielo. Voi provateci eh, mi raccomando. Poi mi dite. Dopodiché, comunque, i "fortunati" che sono stati scelti per il compito possono aspirare ad avere con tale editore rapporti di lavoro così regolati: l'editore, se vuole, affida la traduzione ad uno dei candidati, il traduttore la esegue, l'editore decide se, come e quando pubblicare e nell'ipotesi che il libro venda il traduttore viene compensato in royalties sul venduto. Ora, non sono un traduttore (anche se mi improvviserò tale in questa occasione) e quindi non posso affermare con assoluta certezza che questa pratica sia fuori dal mondo, ma ritengo che sia una regola di buon senso stabilire che chi ti chiede dei soldi per lavorare non è una persona seria. Ho fatto il fotografo per qualche anno e allora come adesso era noto che le agenzie serie non hanno mai chiesto soldi alle aspiranti modelle, gli editori seri non chiedono soldi per pubblicare libri e le aziende che sono interessate ad assumere non chiedono soldi per la formazione, casomai avviene il contrario, com'è giusto che sia. Mica mi scandalizzo eh, per me se uno casca in simili trappole è bene che resti fregato, così impara, con le sedicenti case editrici così come col sale di Vanna Marchi o col sangue di San Gennaro, che per me è tutta la stessa pappa. E difatti la cosa sarebbe potuta finire lì. Capita anche, però, che un sito americano venga a conoscenza della cosa e, capirete, lì mica sono abituati a queste cose, sono anglosassoni e hanno un'etica del lavoro completamente diversa, quindi succede che questo sito metta online un articolo dove stigmatizza questo comportamento. E probabilmente anche stavolta sarebbe finita lì se una traduttrice italiana, Isabella Zani, non avesse tradotto, appunto, l'articolo nella lingua del paese ove il sì suona. Panico. La casa editrice in questione, tale Faligi Editore di Aosta, chiama i suoi avvocati e fa recapitare alla Sig.ra Zani una lettera di diffida in cui minaccia di adire le vie legali in sede civile e penale se non provvede a rimuovere il contenuto del post. Diffida che viene inizialmente raccolta ma che, dopo qualche giorno di riflessione, la sig.ra Zani decide di disattendere, motivando così la sua decisione. Fin qui quanto è successo. Ora, a me non interessa nulla della casa editrice Faligi, che fino a ieri ignoravo e che ritengo dovrebbe ai signori del sito nopeanuts quantomeno dei ringraziamenti per la pubblicità gratuita che sta ricevendo, ma ritengo inaccettabile il tentativo di equiparare la responsabilità dell'autore con quella del traduttore. Ovvero, se Pinco Pallino scrive che Paolino Paperino è un grasso bipede pennuto su un sito, ed io traduco quel post, nella ipotesi che il Signor Paolino Paperino trovi diffamante tale affermazione questi dovrà adire le vie legali nei confronti dell'autore e non nei confronti miei, che l'ho tradotto (salvo dimostrare poi di non essere effettivamente un grasso bipede pennuto, e qui la vedo dura). Dire che il traduttore è correo, ovvero complice, significa trasferire al traduttore l'onere di verifica della correttezza di quanto scritto, cosa che non può ovviamente essere richiesta a chi non ha i mezzi, la competenza né la responsabilità di farlo. Per dire, sarebbe come trasferire al giornalista o al direttore responsabile di un giornale la correttezza delle affermazioni riportate testualmente. Per fare un'altro esempio, se io scrivo un pezzo in cui cito Pinco Pallino che afferma "Paolino Paperino è un grasso bipede pennuto", non sono responsabile di tale affermazione, in quanto non fatta da me ma, appunto, da altri. Ora, siccome queste cose sono ovvie a tutti, tantopiù a chi di mestiere fa l'avvocato, mi pare evidente che il contenuto della lettera ricevuta dalla sig.ra Zani è in sostanza intimidatorio. Ovvero si minacciano improbabili azioni penali per ottenere la rimozione di un contenuto sgradito, senza peraltro smentire in alcun modo la veridicità di quanto affermato nell'articolo stesso. Ora, siccome amo molto gli avvocati e immagino che i legali della Faligi Editore si facciano pagare un tot per ogni lettera di diffida che scrivono, penso sarebbe molto bello e interessante se tutti ribloggassimo e ritraducessimo il contenuto dell'articolo originale, contribuendo a diffonderlo quanto più possibile.
E quindi, ecco la mia personale traduzione dell'articolo originale:
"Avviso a tutti gli aspiranti traduttori. Non perdete la vostra chance di entrare a far parte dello staff di un vero editore!
Ecco come funziona. Ci pagate 160 euro per partecipare ad un incontro sulla "Traduzione Letteraria" dove vi spieghiamo tutto della industria editoriale e del ruolo che avete al suo interno.
Dopodiché vi diamo un testo da tradurre a casa. Se passate la selezione, magari vi assegneremo un libro. Dopodiché, vi pagheremo in Royaltes.
Sembra fantastico, eh?
No, non lo sembra. Sembra come una truffa - Il che è esattamente quello che è. Proviamo a… mmm… tradurre:
Ci date 160 €. Poi traducete un libro gratis. Se vende, potreste vedere qualche euro. Se non lo promuoviamo, o se decidiamo di non pubblicarlo, o se semplicemente si tratta di un brutto libro… Oh, bé. Voi ci avete rimesso 160 euro, e noi… nulla. (Tutti i libri della Faligi sono e-books. Questo garantisce non solo che i costi di produzione sono minimi, ma che le vendite - di libri di autori perlopiù sconosciuti e traduttori totalmente sconosciuti - saranno allo stesso modo minime).
Nella operazione di "reclutamento" che Faligi sta attualmente intraprendendo attraverso una campagna di mass mailing, l'anonima redazione di Faligi è alla ricerca di:
- madrelingua italiani che hanno studiato lingue straniere o traduzione; madrelingua (o persone che hanno vissuto all'estero) che abbiano in mente un manoscritto che vorrebbero tradurre e giovani con nessuna esperienza, compresi studenti univeristari.
- madrelingua stranieri che possano tradurre dall'Italiano. In questo caso, Faligi non richiede alcun titolo di studio a condizione che si abbia una "buona esperienza" con la lingua Italiana, acquisita in Italia.
In altre parole: se vuoi essere un traduttore, tutto quello che serve è la "passione", la disponibilità ad essere sfruttati e… 160 euro.
E quindi, come mai ci sono aspiranti traduttori che ci cascano? E perché Faligi ha 1664 "amici" sulla sua pagina facebook?
Per due ragioni. Primo, la disperazione tra i giovani aspiranti traduttori Italiani che non hanno alcuna idea di professionalità e che sarebbero disposti a fare qualsiasi cosa per avere qualcosa da mettere sui loro curricula. E secondo, perché non c'è limite ai danni che gli esseri umani sono diposti ad infliggere a se stessi.
Ma Faligi Editore fa solo il suo mestiere, giusto? E allora perché tutta questa confusione?
Per questo. Immaginiamo che Faligi editore sia venuto a bussare alla vostra porta, che vi abia offerto un biglietto magico che costa solo 160 euro, che questi 160 euro vi permettano di lavorare gratis per diverse ore come prova, che se passate questa prova potrete spendere alcuni mesi della vostra vita facendo altro lavoro gratuito e che a quel punto il biglietto magico venga infilato in un sacchetto ed estratto a sorte tra migliaia di altri. Forse un giorno sarà estratto, e potreste vincere qualcosa, ma ovviamente non c'è alcuna garanzia.
Se fosse successo questo, avreste chiamato la polizia e fatto arrestare i truffatori per frode [e qui si vede che l'autore non è italiano, ndt].
In questo caso, invece, potete aggiungere un "mi piace" su facebook.
E questo è tutto sulle differenze tra la vita vera ed il magico mondo dei traduttori."
Ripeto, questa è la mia traduzione, ovvero ho compiuto esattamente quanto fatto a suo tempo da Isabella Zani: attendo quindi fiducioso una lettera di diffida, unendomi in questo a chi, come L'Accademia dei Pignuoli, aspira a far ingrassare lo studio legale della Faligi Editore ha deciso di provare a far partire il tam tam. Diffidateci tutti! Chi vuole aderire può ritradurre l'articolo originale (o semplicemente cambiare qualche parola e copiaincollare il testo qua sopra).