giovedì 31 marzo 2011

Il giorno prima della felicitá

"Cominciavano i pensieri di una testa sola. Le persone quando diventano popolo fanno impressione. Cosí arriva una mattina, una domenica di fine settembre, finalmente piove e sento in bocca a tutti la stessa parola, sputata dallo stesso pensiero: mó basta. Era un vento, non veniva dal mare ma da dentro la cittá: mó basta, mó basta. Se mi chiudevo le orecchie, lo sentivo piú forte. La cittá cacciava la testa fuori dal sacco. Mó basta, mó basta, un tamburo chiamava e uscivano i guaglioni con le armi." [...] "E dove sta quel popolo adesso, don Gaetano?" "Al posto suo, non si è spostato e non si è scordato. Il popolo fa la sua mossa, poi subito si scioglie, ritorna ad essere folla di persone. Corrono ai fatti loro ma piú spiritosi, perché le rivolte fanno bene all'umore di chi le fa."

Erri de Luca, Il giorno prima della felicitá.




martedì 22 marzo 2011

Occhi


C'è chi li ha aperti, a volte suo malgrado, ed al nitore di una visione perfetta non riesce a sottrarsi mai. Io no. Io spesso li chiudo, non vedo, mi confondo. Come un cieco uso il tatto e, quando la pelle scivola via dalle mani, immediatamente percepisco distanze che proprio non ci sono. Oppure, visto che pensarmi cieco mi fa tornare in mente Saramago, diciamo che forse, magari, di occhi ne ho uno solo, come l'omino in figura, e quello che mi manca è la visione binoculare, tridimensionale, che poi è quella che dà il senso della distanza. Così a volte batto delle gran testate, oppure, smanacciando nel timore del muro, finisco involontariamente per fare male a qualcuno. Un casino avere a che fare con gente fatta così.  Resta la speranza che, un giorno, riesca a farmi spuntare anche l'altro, o che almeno impari ad usare meglio quello che ho. Nel frattempo chiedo scusa per la goffaggine.

lunedì 21 marzo 2011

Canto notturno


Luna grande ieri, oggi manine paffute mi regalano un orologio sorridente poco prima di una avvincente partita di baseball, poi amici, musica, una griglia odorosa, una serata di parole, sguardi e relax. Non mi chiedo più se meritato o meno, penso a godermela, e basta. La stufa consuma legna quanto una locomotiva e fumosamente ci porta a spasso tra le lune di Giove: Ganimede, Callisto, Europa e Io. Su un albero vicino un allocco lancia il suo canto notturno, la luna è grande anche oggi. Allungo i piedi nel letto troppo grande, e dormo.

venerdì 18 marzo 2011

Nel cuore


Incastrato sul sedile tra la vendita dei gratta e vinci e quella delle sigarette che non si accendono in tre diverse profumazioni, mai più senza, mi guardo partire con niente di più addosso che un profumo leggero, una curiosità senza aspettative, un desiderio che è movimento e apertura, niente più di questo. E mi domando quand'è stata l'ultima volta che ho fatto qualcosa completamente da solo, senza che fossero a muovermi il dovere, la razionalità, le aspettative altrui, le convenzioni. Muoversi così, senza una spiegazione valida da offrire a chi dovesse chieder conto del gesto, se non il piacere e l'interesse nell' essere insieme a persone che amo, senza alcun progetto se non il tempo da condividere. Ed è questo un trovarsi quasi indistinguibile dal perdersi. Ma non mi perdo affatto. Torno leggero come sono partito, nelle mani l'odore della brezza, negli occhi il bianco delle case. Nel cuore, Voi.

martedì 8 marzo 2011

Fogli d'Ipnos


Una volta di più l'anno nuovo confonde i nostri occhi.
Alte erbe son deste che amore non hanno
Se non col fuoco e con la morsa e rimorsa prigione.
Dopo saranno le ceneri del vincitore
E il racconto del male;
Le ceneri saranno dell'amore;
La spinalba superstite al rintocco di morte;
Saranno le ceneri di te,
Immaginarie, della tua vita immobile
sul suo cono d'ombra.




René Char
Fogli d'Ipnos, 1943-1944

mercoledì 2 marzo 2011

Ritorno


Del viaggio ancora non parlo. Ci sono tante cose che ancora sono sensazioni e non voglio ingabbiarle in un pensiero finito. Le parole verranno. Per ora mi godo il rientro, le coccole coi pasticcini amati da Joyce e un regalo speciale. E' una teiera di ghisa, con una meravigliosa smaltatura verde opaca. Beh, la vedete. Ma non è solo UNA teiera, è LA teiera, la teiera di una vita, quella che ho sempre sognato e che, come molte cose che ho sempre voluto, non mi son concesso mai, sempre per qualche ottimo motivo. Eccola lì, elegantissima, con quei fiorellini a ingentilire la ghisa, il profilo bassissimo, le proporzioni perfette e, insieme, una possente morbidezza, una rilassatezza consapevole, una pacatezza risoluta. Il profumo dell' Oolong si diffonde in casa, pieno, raffinato, ricco di sfumature. Una meraviglia godere di tutta questa raffinatezza, questa profondità, questa combinazione di gusto, tempo, sensibilità. Per non parlare della dolcezza, tra un profumo e l'altro. Bello tornare, con la promessa di partire ancora.