giovedì 12 maggio 2011

Pornocrazia


Riflettevo stamani sotto la doccia sulla situazione paradossale in cui viviamo oggi in Italia. La sinistra è accusata di non esistere in quanto si occupa solo di B. Ed io mi chiedo, esiste altro, oggi, in Italia, che non sia B? Il potere economico è in mano a lui e alla sua cricca, occuparsi di banche assicurazioni appalti edilizia e di qualsiasi altra cosa, è occuparsi di B. Ma anche il potere politico è in mano a B, e quindi parlando di politica ci si trova ad occuparsene. Allo stesso modo B è, per il suo comportamento, al centro dell'interesse della magistratura, quindi qualsiasi dibattito sul potere giudiziario non può che coinvolgere B. Ovvio poi che parlando del potere mediatico si parli di B, che ne è il paradigma vivente. E mi chiedevo, è possibile, oggi in Italia, permettersi di prescindere da B? E' ancora possibile vivere, in Italia, senza sfiorarlo né esserne sfiorati? Ignorarlo, far finta che non esista, pensare ad altro, parlare d'altro? Esiste ancora, altro, in questo paese? O non è invece che il corpo di B, nutrito dai suoi interessi in conflitto, dal suo potere, dalla sua carica eversiva, è ormai cresciuto al punto da occupare tutto il paese, ad essere anzi divenuto IL paese, e noi oggi lo abitiamo come suoi anticorpi o suoi batteri, globuli rossi che lo nutrono o metastasi che tentano il colpaccio, comunque incapaci di un altrove? Non sono simili, l'uomo ed il paese? Vecchio, ladro, maschilista, retrogrado, ignorante, falso, furbetto, omofobo, ipocrita, pornografo, sessuomane, fascista? Un paese in cui le donne possono essere solo oggetti, veline, sexy poliziotte, sexy infermiere oppure madri di, mogli di, figlie di, amanti di. Mai donne senza aggettivi o stampelle. Girello in rete e trovo un interessante articolo sulla pornografia, e trovo che sia estremamente attuale, che descriva esattamente quello che, come paese, ci è accaduto e ci sta accadendo. Un passaggio, soprattutto, mi sembra doveroso citare: 

"Svuotando di carica libidica ambiente, lavoro e ogni altro elemento che non sia il sesso si opera in favore del controllo dello status quo e in tal senso il porno può essere visto come ulteriore e più funzionale evoluzione della cosiddetta rivoluzione sessuale di fine anni sessanta.
De-erotizzando tutto il resto delle esperienze umane e concentrando la libido in un unico "luogo" se ne favorisce controllo, imbrigliamento, normalizzazione e sfruttamento dell’aggressività a essa collegata per fini altri, solitamente politici.

Svanisce man mano il concetto di piacere libidico collegato ad altre attività che non siano quelle prettamente sessuali. Di più, eventuali discorsi di questo tipo, se non direttamente collegati all’atto sessuale vengono visti e catalogati come a-normali.
È una grandissima vittoria del potere, ancor più grande in quanto ottenuta senza leggi esplicite o divieti bensì con la convinta collaborazione dei suoi schiavi che concorrono alla definizione di un linguaggio e quindi di una realtà che mai è stata così ristretta per quanto riguarda la libido (e per in generale qualsiasi aspetto, ma è discorso che ci porterebbe fuori argomento).

Se la libido è stata ridotta a solo sesso dalla società industriale, ora il sesso viene ridotto a solo porno dal capitalismo avanzato e le opposizioni, con una strategia classica, vengono inglobate e neutralizzate."

Invertire questa tendenza significherebbe quindi restituire carica libidica al lavoro, all'ambiente ed ai rapporti umani e, in definitiva, aumentare il grado di felicità di tutti. Se dovrà essere a scapito di B e del modello culturale ed economico che rappresenta, pazienza.

1 commento:

  1. Quando ho letto l'articolo su Malpetruis che hai linkato mi sono davvero turbata, devo dire che ti fa sparire la voglia di conoscer gente se non addirittura di uscire, non ci sarebbe nemmeno da meravigliarsi se poi il gruppo contro la violenza sulle donne su FB segnala ogni giorno almeno un paio di omicidi, o femminicidi che dir si voglia solo in questo paese.
    Credo che sia anche una questione culturale comunque, grottesca ma culturale.
    Mi viene in mente anche una cosa: anni fa lessi un articolo, una intervista ad una porno star ormai in pensione, una che a suo tempo era famosa se non erro: ebbene lei si meravigliava e quasi sembrava scadalizzata dall'enorme differenza tra ciò ce faceva lei negli anni '70 e ciò che facevano le ragazze in quegli anni '90 nella stessa industria. Innanzitutto sul fatto che avevano la coscienza, ai suoi tempi, che erano films per adulti e che se ne faceva uno ogni tanto mentre c'erano ragazze giovani che ne facevano quasi uno a settimana.
    Comunque per me le porno star son sempre state prostitute, non mi importa se fanno davvero o no, quello sono. E non sempre hanno dalla loro la scusa della miseria!

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