domenica 16 gennaio 2011

Parole e immagini


Succede questo: una casa editrice che pubblica uno Scrittore Molto Famoso decide, dopo trent'anni, di cambiare il traduttore storico, affidando la traduzione del nuovo libro dello Scrittore Molto Famoso ad un Traduttore Giovane Sulla Cresta dell'Onda. Niente da dire, il lavoro svolto dal nuovo traduttore è buono (nonostante una scelta opinabile faccia parlare un contadino del midwest americano come un personaggio delle Veglie di Neri), tuttavia in rete si levano diverse critiche. La critica più comune è che lo stile dello Scrittore Molto Famoso adesso sembra più asciutto, freddo, asettico. Sembra che manchi della poesia. Il Traduttore Giovane Sulla Cresta dell'Onda interviene dicendo, più o meno, che il suo stile è più fedele all'originale, e che il calore e la poesia che i lettori italiani trovavano nello Scrittore Molto Famoso forse erano opera del precedente traduttore che, implicitamente, aveva fatto un lavoro peggiore, meno accurato, mettendoci come si suol dire del suo. In questo caso andrebbe fatto tanto di cappello al precedente traduttore, incitandolo ad un impegno letterario diretto che, sicuramente ha nelle corde. Quello che penso, però, è che in una traduzione non esiste una versione più o meno accurata, perché non esiste una verità assoluta, nelle parole. Se sono in campagna, e osservo quella costruzione dove si ripone il grano dopo la mietitura, posso usare la parola granaio, e chi legge la parola genera nella propria mente una immagine, quella di un granaio. Ma di che colore è il vostro? E' giorno o notte? E di che colore sono gli infissi? Com'è la porta, aperta o chiusa? C'è del grano che esce, dalla porta? E se ci sono degli alberi, intorno, come sono? Magari il vostro granaio è rosso con gli infissi bianchi, oppure blu, e forse ha una banderuola sul tetto. O magari una di quelle ruote eoliche? Il mio di sicuro ne ha una, e ci sono cespugli di mirtilli, sul retro. Tutte queste cose non sono scritte nelle parole, sono cose che vengono fuori, sollecitate dal linguaggio verbale e costruite a partire dalla memoria, dalla esperienza e dall'inconscio di ognuno. Tempo fa ho suggerito Calvino ad una persona. Palomar, che ho sentito e sento così vivo e pieno di struggente bellezza,  l'ha trovato freddo e ripetitivo, lei che fredda e ripetitiva non lo è di certo. Ma chissà le parole di Calvino come le ha lette, Lei. O come le ho lette io, magari. Allora, mi viene da pensare, forse il vecchio traduttore ha un dentro caldo, e quando legge lo Scrittore Molto Famoso le immagini che generano le sue parole sono calde e poetiche, così le traduce in italiano meglio che può, cercando di mantenere quello che lui ha provato. E magari il Traduttore Giovane Sulla Cresta dell'Onda invece ha un dentro freddo e asettico, e le immagini che  genera quando legge lo Scrittore Molto Famoso sono prive di calore umano, ed è così che le rende. Allora mi spiego anche che quando uno legge un blog, ad esempio, possa leggere una frase che racconta di una cosa, e dargli un significato completamente diverso. Siamo strane cose, vediamo dentro quando guardiamo fuori, spesso. Ma sul serio: di che colore è, il vostro granaio?

2 commenti:

  1. siamo diversi gli uni dagli altri e questa può essere una ricchezza o una disgrazia...
    il mio granaio ha il colore dell'oro!

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  2. Una traduzione poi puó risentire di scarsa esperienza, di cattiva tecnica, di imperizia... Ma leggere un blog non è un lavoro, ha proprio a che vedere col mondo interiore. E entrano in ballo l'egocentrismo, il narcisismo, l'esibizionismo. Tutta roba che con la fantasia va poco d'accordo. L'insoddisfazione, l'invidia, la bramosia son tutte lì pronte ad accecarti per farti leggere quello che vogliono, per suggerirti all'orecchio nel nero buio degli occhi chiusi. A volte gli occhi non vedono gli altri e così in un mondo tutto di io leggono di sè pure dove non son citati. Certi granai son come minimo abbandonati.
    Ladoratrice
    Ladoratrice

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