Dipende dal supporto su cui si scrive. Talvolta cancellare è una faccenda laboriosa e il risultato insoddisfacente. (Per esempio: cancellazione di segni a lapis dalle pagine di un libro: restano spesso dei solchi. E anche i supporti elettronici… Brr! Tracce ovunque…) Se parliamo del gesto in sé, invece, è proprio vero – possiede anche un’aura di tragica solennità.
La mente si affanna per una pagina di vita, solo una pagina, un piccolo paragrafo direi - breve, sofferto e pieno di paure, ansioso e ambiguo - che non si può più cancellare. E che ha già cancellato tanto.
Unione Commentatori Anonimi. Afflitti. Amareggiati. Anzitempo stanchi. In quel "già cancellato tanto" c'è tutta una amargura appiccicosa, triste, solitaria y final.
Bottegaio, ai tuoi commentatori anonimi non dovresti chiedere una firma, ma una traduzione :D T'arriva certi commenti da qualche giorno che un si capisce una sega icché voglian dire.
A volte capita anche che chi ha scritto il paragrafo si chieda cosa ci sia scritto davvero. Il dubbio è come una mela marcia. E allora lo lascia là, prende il buono che c'è e va via.. a costruire altri paragrafi più sani.
Quanto hai ragione Cla! Ad esempio in questo post io intendevo dire una cosa piuttosto ovvia e banale, e invece guarda che popò di riflessioni ho innescato. Roba che viene da chiedersi come mai quando provo a fare dei post profondi, invece, non succeda.
Si vede che la profondità, in me, è solo inconscia. Ammesso ce ne sia ;)
Dipende dal supporto su cui si scrive. Talvolta cancellare è una faccenda laboriosa e il risultato insoddisfacente. (Per esempio: cancellazione di segni a lapis dalle pagine di un libro: restano spesso dei solchi. E anche i supporti elettronici… Brr! Tracce ovunque…) Se parliamo del gesto in sé, invece, è proprio vero – possiede anche un’aura di tragica solennità.
RispondiEliminaSi cancella ma permane il sapere di aver cancellato. Una macchia resta sempre, allora?
RispondiEliminaMa la pagina non rimane mai più bianca.
RispondiEliminaU.C.A.
L'appartenente all'Unione Commentatori Anonimi l'ha saputo dir meglio di me. Grazie C.A.
RispondiEliminaLa mente si affanna per una pagina di vita, solo una pagina, un piccolo paragrafo direi - breve, sofferto e pieno di paure, ansioso e ambiguo - che non si può più cancellare. E che ha già cancellato tanto.
RispondiEliminaUCA.
Grazie Adoratrice
Unione Commentatori Anonimi. Afflitti. Amareggiati. Anzitempo stanchi. In quel "già cancellato tanto" c'è tutta una amargura appiccicosa, triste, solitaria y final.
RispondiEliminaIl paragrafo lo sa chi l'ha scritto. E lo dovrà cancellare chi l'ha scritto. E l'indifferenza lo renderà un vuoto esercizio, un vano tentativo.
RispondiEliminaBottegaio, ai tuoi commentatori anonimi non dovresti chiedere una firma, ma una traduzione :D T'arriva certi commenti da qualche giorno che un si capisce una sega icché voglian dire.
RispondiEliminaA volte capita anche che chi ha scritto il paragrafo si chieda cosa ci sia scritto davvero. Il dubbio è come una mela marcia.
RispondiEliminaE allora lo lascia là, prende il buono che c'è e va via.. a costruire altri paragrafi più sani.
:*
Quanto hai ragione Cla! Ad esempio in questo post io intendevo dire una cosa piuttosto ovvia e banale, e invece guarda che popò di riflessioni ho innescato. Roba che viene da chiedersi come mai quando provo a fare dei post profondi, invece, non succeda.
RispondiEliminaSi vede che la profondità, in me, è solo inconscia. Ammesso ce ne sia ;)