domenica 29 maggio 2011

Merende


Saltata all'ultimo tuffo la serata Montespertolina (speriamo sia per la prossima volta), procurati i Compeed® per alleviare il dolore post gita alla specola, concessomi l'usuale gelato cioccolato e pistacchio, informatomi sui costi della rilegatura per i quattro volumi da distribuire al gruppo di lettura (15 € cadauno), aggiunto un minimo di gasolio alla Deep in riserva cronica, fatta una spesa minima di verde alla Lidl insolitamente aperta di domenica mi sistemo infine sul terrazzo, in compagnia di due libri prestati e di un lavoro di editing da svolgere senza troppi pensieri. Il pomeriggio si allunga e si affaccia un languorino che sarà bene placare velocemente visto che la cena sarà al solito tardi. Così rovisto nel frigo, recupero gli spaghetti avanzati da ieri sera e allestisco una frittata con gli avanzi. E per citare Capossela, "Se questa è la miseria mi ci tuffo con dignità da Rey".

lunedì 23 maggio 2011

Stato (passato prossimo)


Il senso dello stato è nel riconoscimento di regole comuni. Quando per comprarsi la permanenza al potere, o semplicemente per scampare la galera, si eliminano queste regole perché invise a chi non le rispetta, la società civile cessa di esistere. Come riassume meglio di me il proprietario dell'auto.

giovedì 19 maggio 2011

Attenti al lupo


Un uomo che detiene il controllo pressoché totale dell'informazione può inventarsi la sua realtà. Può dirci dalla televisione che la luna è fatta di formaggio e molti crederanno a quello che dice lo schermo. La luna è lontana e nessuno sa dire che sapore abbia, il resto è logica, pensiero razionale, senso comune. Ma se la televisione dice che è fatta di formaggio, e lo ripete insistentemente con l'appoggio di tutto l'apparato di tuttologi e pennivendoli, alla fine molti, moltissimi, saranno disposti a dire che forse, in fondo, chissà, potrebbe anche sapere di formaggio, perché no? Quell'uomo potrà rubare e dire che ha donato, corrompere e dichiararsi vittima, fare orge e passare per uno statista. 

Purché ciò che dice non sia mai immediatamente verificabile. 

Se la bugia passa, anche per un minuto, dopo è tardi per qualsiasi rettifica e vano qualunque approfondimento perché, alla fine, in un paese in cui l'informazione è sotto controllo, i fatti scompaiono al punto che anche questi ultimi, se e quando vengono riportati, sono percepiti come opinioni. L'unico errore che non deve mai fare un uomo che ha il controllo dell'informazione, è dire che la luna è quadrata. Perché gli occhi ce li hanno tutti e se qualcuno ti dice che quello che vedi è sbagliato, significa che uno dei due è pazzo, oppure in malafede. E se uno alla fine capisce che la luna è tonda, probabile che si renda conto che non è neppure di formaggio. Speriamo.

sabato 14 maggio 2011

La politica degli uomini nuovi


L'uomo nuovo è solare.
L'uomo nuovo è radioso.
L'uomo nuovo sa che, con lui, il futuro sarà migliore.
Per questo, l'uomo nuovo fa politica, per farci un favore.
E per farci capire che per lui è uno sforzo, dice che ci scende, in politica.
Ma scendere è il movimento di chi si abbassa, da una posizione privilegiata. 
Naturalmente, privilegiata, per censo, intelligenza, cultura, capacità. 
Per le caratteristiche personali dell'uomo nuovo, per i suoi tratti distintivi.
Perchè all'uomo nuovo piace in fondo il diritto di natura.
L'uomo nuovo è migliore in quanto nuovo.
Così, per punto di principio. Come un automobile.
Allo stesso modo, se l'uomo nuovo è giovane, il rinnovamento della classe politica è la sua priorità, se l'uomo nuovo è anziano, oppure se diventa anziano nel tempo, allora "esperienza" diventa la nuova parola chiave.
L'uomo nuovo è nuovo per definizione, la sua novità ha una durata indefinita.
L'uomo nuovo, è nuovo a vita.
L'uomo nuovo non ha un programma politico, ha un compito. 
Esaurito il quale promette di ritirarsi a vita privata, finalmente libero dalla gravosa incombenza di doverci salvare da noi stessi.
Il compito dell'uomo nuovo è invariabilmente vago e altisonante.
Rinnovare il paese, ad esempio. Salvarlo dai comunisti. Rottamare.
Proprio in quanto vago, il compito dell'uomo nuovo non può mai dirsi pienamente realizzato.
Né fallito.
L'uomo nuovo, nell'assolvere il suo compito, stila un programma politico fatto di slogan accattivanti, dietro i quali c'è il nulla. 
Quando gli slogan diventano vecchi, l'uomo nuovo sa coniarne altri, più freschi.
Molti pensano che l'uomo nuovo sia un abile comunicatore, nonostante l'inesistenza della sua politica, ma sbagliano.
L'uomo nuovo è un abile comunicatore proprio in virtù della inesistenza della sua politica.
L'uomo nuovo, infatti, sa che la televisione è un medium freddo, e che il messaggio che passa da questo medium è giocoforza superficiale, piatto, a bassa definizione.
Per questo la sua comunicazione è populista, demagogica, persino ridicola nella continua ricerca del centro del palcoscenico.
I leader dell'opposizione all'uomo nuovo, che non lo sanno o non vogliono capirlo, si ostinano a proporre in televisione una comunicazione completa, approfondita, documentata.
Con l'effetto di risultare incomprensibili, tanto che l'uomo nuovo potrà ben dire di loro "non si capisce cosa vogliono".
Ed è vero.
Ma una comunicazione populista e demagogica è invariabilmente reazionaria, indipendentemente dal messaggio che porta.
Internet, nel suo paradigma di ipertesto, è un media caldo, ossia capace di veicolare informazioni ad alta definizione coinvolgendo un solo senso alla volta.
Un media caldo porta una comunicazione progressista, indipendentemente dai contenuto della comunicazione stessa.
E quindi non si capisce che ci facciano, i progressisti, nei salotti televisivi.
L'uomo nuovo, nello scontro tra lavoratori e capitale, non esita.
Sta dalla parte del capitale, senza se e senza ma.
L'uomo nuovo è spiritoso, o crede di esserlo.
L'uomo nuovo ha un passato nello spettacolo, e lo racconta volentieri.
L'uomo nuovo non è di sinistra e non è di destra.
L'uomo nuovo probabilmente non ha idea di cosa siano, destra e sinistra.
Per l'uomo nuovo esiste solo il potere e il suo esercizio.
Per questo all'uomo nuovo non interessano le istituzioni.
L'uomo nuovo tratta direttamente e personalmente coi potenti.
Lo fa in occasioni private, a cena o in vacanza.
L'uomo nuovo non ha problemi a contraddirsi, la coerenza non lo interessa.
Tanto sa che esiste solo quello che passa in televisione.
E la televisione ha la memoria corta.
L'uomo nuovo di oggi vorrebbe sostituire l'uomo nuovo di ieri.
E io, per qualche motivo, continuo a non vedere la differenza.

venerdì 13 maggio 2011

Blogger Monster



Tanto per chiarezza: Blogger si è mangiato il mio ultimo post e relativi commenti, io non c'entro nulla. Se lo rimettono su, bene, sennò pazienza.

giovedì 12 maggio 2011

Pornocrazia


Riflettevo stamani sotto la doccia sulla situazione paradossale in cui viviamo oggi in Italia. La sinistra è accusata di non esistere in quanto si occupa solo di B. Ed io mi chiedo, esiste altro, oggi, in Italia, che non sia B? Il potere economico è in mano a lui e alla sua cricca, occuparsi di banche assicurazioni appalti edilizia e di qualsiasi altra cosa, è occuparsi di B. Ma anche il potere politico è in mano a B, e quindi parlando di politica ci si trova ad occuparsene. Allo stesso modo B è, per il suo comportamento, al centro dell'interesse della magistratura, quindi qualsiasi dibattito sul potere giudiziario non può che coinvolgere B. Ovvio poi che parlando del potere mediatico si parli di B, che ne è il paradigma vivente. E mi chiedevo, è possibile, oggi in Italia, permettersi di prescindere da B? E' ancora possibile vivere, in Italia, senza sfiorarlo né esserne sfiorati? Ignorarlo, far finta che non esista, pensare ad altro, parlare d'altro? Esiste ancora, altro, in questo paese? O non è invece che il corpo di B, nutrito dai suoi interessi in conflitto, dal suo potere, dalla sua carica eversiva, è ormai cresciuto al punto da occupare tutto il paese, ad essere anzi divenuto IL paese, e noi oggi lo abitiamo come suoi anticorpi o suoi batteri, globuli rossi che lo nutrono o metastasi che tentano il colpaccio, comunque incapaci di un altrove? Non sono simili, l'uomo ed il paese? Vecchio, ladro, maschilista, retrogrado, ignorante, falso, furbetto, omofobo, ipocrita, pornografo, sessuomane, fascista? Un paese in cui le donne possono essere solo oggetti, veline, sexy poliziotte, sexy infermiere oppure madri di, mogli di, figlie di, amanti di. Mai donne senza aggettivi o stampelle. Girello in rete e trovo un interessante articolo sulla pornografia, e trovo che sia estremamente attuale, che descriva esattamente quello che, come paese, ci è accaduto e ci sta accadendo. Un passaggio, soprattutto, mi sembra doveroso citare: 

"Svuotando di carica libidica ambiente, lavoro e ogni altro elemento che non sia il sesso si opera in favore del controllo dello status quo e in tal senso il porno può essere visto come ulteriore e più funzionale evoluzione della cosiddetta rivoluzione sessuale di fine anni sessanta.
De-erotizzando tutto il resto delle esperienze umane e concentrando la libido in un unico "luogo" se ne favorisce controllo, imbrigliamento, normalizzazione e sfruttamento dell’aggressività a essa collegata per fini altri, solitamente politici.

Svanisce man mano il concetto di piacere libidico collegato ad altre attività che non siano quelle prettamente sessuali. Di più, eventuali discorsi di questo tipo, se non direttamente collegati all’atto sessuale vengono visti e catalogati come a-normali.
È una grandissima vittoria del potere, ancor più grande in quanto ottenuta senza leggi esplicite o divieti bensì con la convinta collaborazione dei suoi schiavi che concorrono alla definizione di un linguaggio e quindi di una realtà che mai è stata così ristretta per quanto riguarda la libido (e per in generale qualsiasi aspetto, ma è discorso che ci porterebbe fuori argomento).

Se la libido è stata ridotta a solo sesso dalla società industriale, ora il sesso viene ridotto a solo porno dal capitalismo avanzato e le opposizioni, con una strategia classica, vengono inglobate e neutralizzate."

Invertire questa tendenza significherebbe quindi restituire carica libidica al lavoro, all'ambiente ed ai rapporti umani e, in definitiva, aumentare il grado di felicità di tutti. Se dovrà essere a scapito di B e del modello culturale ed economico che rappresenta, pazienza.

domenica 1 maggio 2011

Primo Maggio


Il primo maggio è la festa dei lavoratori, e siccome in questo mese son nato anche io il primo maggio per me è sempre stato una festa e insieme una vigilia, una anticipazione del compleanno e insieme di tutte le cose belle che si sarebbe portata appresso l'estate che stava arrivando. I picnic, le ragazze con le braccia nude e le gambe scoperte, il primo cocomero su via XX settembre, la vaga promessa che quello sarebbe stato l'anno migliore di sempre. Una cosa vitale, colorata, arrossata e col fiatone per il caldo e la corsa. E allora  fanculo a questi necrofili del cazzo adoratori di zombies, fate più schifo delle sfogliatelle a castagna.